“Mentre Papa Francesco apre le parrocchie all’accoglienza anche degli extracomunitari, l’Asp 7 di Ragusa decide di chiudere l’Unità operativa di malattie infettive dell’ospedale Civile che è il punto nevralgico dell’assistenza agli ormai innumerevoli richiedenti asilo provenienti da Africa e Medio Oriente”. E’ quanto denuncia il presidente dell’associazione “Ragusa in Movimento”, Mario Chiavola, dicendosi estremamente preoccupato per la decisione assunta dai vertici dell’azienda sanitaria provinciale. “Nell’ambito della ristrutturazione della pianta organica – aggiunge Chiavola – sembra destinato a scomparire il reparto dell’ospedale del capoluogo che sarà accorpato a quello di Modica con presumibile riduzione dei posti letto totali. I vari attori di tale scelta dovrebbero chiarire come, a fronte di tutto ciò, sarà possibile affrontare quella che non è più una emergenza ma una realtà sempre più presente di assistenza sanitaria di una popolazione che non va isolata, ghettizzata ma che va integrata alla residente e, per questo stesso motivo, assistita dal punto di vista sanitario per il proprio e l’altrui benessere. Voglio ricordare che l’Unità operativa in questione ha assicurato soluzioni efficaci ed efficienti ai vari problemi di natura infettivologica che si sono presentate, dall’Aids alla tubercolosi, dalle meningiti alle epatiti, senza dimenticare brucellosi, febbre bottonosa, Lue oltre all’attivazione per l’eventuale emergenza da influenza aviaria, Sars e per ultima ebola. Riteniamo che gli utenti ragusani debbano fare sentire la propria voce perché non ci si lamenti poi al momento del bisogno, quando si registra la necessità e si scoprirà che Malattie infettive al Civile non esiste più. Stiamo valutando se avviare una campagna di raccolta firme per fare sentire in maniera consistente la nostra voce o se adottare altre iniziative di protesta ancora più forti”.

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