Le notizie sul piano di Riordino Sanitario da mesi sono alla ribalta dello scenario politico regionale provocando lacerazioni all’interno della stessa maggioranza di governo. Per evitare confusioni è opportuno fare il punto su quanto sta accadendo. In particolare due tesi apparentemente inconciliabili fra loro sono state messe in campo, sempre nell’ottica del buon funzionamento della sanità siciliana, focalizzata prevalentemente sulla fase organizzativa aziendale e in particolare: – Azienda Unica Provinciale (ad esclusione delle aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina) che comprende le competenze territoriali, quali la prevenzione, l’attivazione di ambulatori, etc., e le competenze ospedaliere della provincia. Tale tesi ha come presupposto che un manager unico possa meglio operare ed organizzare se raccoglie in se sia la competenza territoriale che quella ospedaliera; – separazione delle aziende provinciali in Azienda Territoriale ed Azienda Ospedaliera partendo dal presupposto che i compiti territoriali sono diversi da quelli ospedalieri se non a volte in contrapposizione.
Personalmente, anche per l’esperienza legata all’attività da me svolta, ho sempre prediletto, funzionalmente, la seconda ipotesi. Su queste due tesi lo scontro politico è stato pericolosamente aspro tanto da paventare in certi momenti la caduta del Governo Regionale insediatosi appena un anno fa. Ero convinto che tanto ardore nel sostenere l’una o l’altra tesi fosse legata alla reale volontà di rendere più funzionale il sistema sanità, ma le ultime ipotesi formulate nel tentativo di trovare un accordo politico sono veramente stucchevoli. Di fatto si vuole ulteriormente frazionare le competenze provinciali in territoriali e in distretti ospedalieri (qualcuno li chiama mandamenti) rendendo ancora più impraticabile un riordino funzionale della rete ospedaliera. Contestiamo con forza la prospettata soluzione che si risolverebbe solo nella penalizzazione di strutture pubbliche che hanno bene operato, pur tra mille difficoltà, potendo contare solo nella professionalità del personale a tutti i livelli.
Nunzio Storaci (Responsabile Regionale Sanità de La Destra)