di Francesco Storace
Penso ai giovani Caduti del Msi. Quelli che salutammo per troppe volte con il grido presente. Quelle bare le portammo a braccia tutti noi, c’era anche il segretario del Fronte della Gioventù che certo non sognava di diventare presidente della Camera dei Deputati. Penso ai Caduti di via Acca Larentia, assassinati perché uccidere un fascista non era reato. E penso che il 7 gennaio di quest’anno, Gianfranco Fini, accompagnato da tutti quelli che ora gli dicono bravo e ieri strillavano onore ai camerati assassinati, è andato a commemorarne il trentennale. Anche i giovani del Msi stavano dalla parte sbagliata, onorevole Fini?Provo enorme tristezza per le dichiarazioni che abbiamo ascoltato ieri e leggiamo oggi su tutti i giornali. Sono fascisti ma anche antifascisti, verrebbe da dire di quelli di Alleanza nazionale, incapaci di reagire con dignità all’esaltazione di un valore che finora non conoscevamo – l’antifascismo – e che ha rappresentato nei tragici anni della nostra democrazia l’alibi per assassinare molti di quei ragazzi.Vergogna, devono provare vergogna quanti si piegano ad una logica che è solo di potere, che cancella ogni traccia di identità, che annulla le coscienze. Dov’è il pericolo fascista, onorevole Fini, se il presidente della Camera arriva ad esaltare l’antifascismo? Pensavamo che un capitolo fosse stato chiuso dagli elettori, con l’ascesa a Montecitorio e al Campidoglio di uomini comunque provenienti dalla storia del Msi. Ancora una volta una comunità mastica delusione.A noi resta l’orgoglio di aver fondato La Destra, che guarderà al futuro senza sputare sul passato. La pacificazione nazionale non passa per l’occultamento della verità. Il negazionismo alla rovescia è davvero difficile da comprendere e soprattutto da accettare. Noi siamo democratici senza l’obbligo di sentirci antifascisti.