Gioventù Italiana di Ragusa, movimento giovanile de La Destra non condivide la decisione del presidente del Tribunale di Ragusa, Michele Duchi, di respingere la richiesta inoltrata dall’ordine degli avvocati affinché fosse appeso il crocifisso, simbolo religioso della cristianità, nelle aule del tribunale della città capoluogo.Ricordiamo che su questo tema l’ex guardasigilli, Clemente Mastella, poco meno di due anni fa, si era espresso con un’interrogazione parlamentare, precisando che si tratta di un alto simbolo della nostra tradizione e dei nostri valori civili e culturali, espressione di rispetto per l’altro e di profonda solidarietà umana.Precisiamo anche che l’unica fonte normativa dell’esposizione del crocifisso nelle aule di udienza è la circolare emanata il 29 maggio del 1929 dall’allora ministro di grazia e giustizia Alfredo Rocco, il quale prescriveva che nelle aule del tribunale fosse istituito il crocifisso secondo la nostra antica tradizione, sostenendo appunto che questo simbolo rappresentava un solenne ammonimento di verità e giustizia. Dunque alcuni riferimenti normativi, ad essere proprio formalisti, ci sono e andrebbero considerati.Se è vero che la laicità dello Stato è elemento essenziale attorno al quale si reggono le istituzioni democratiche non possiamo condividere tale decisione, perché il crocifisso non è soltanto il simbolo di un credo religioso ma è espressione dell’identità del nostro popolo che attorno ai valori cristiani e sociali ha edificato la propria cultura.A nostro parere tale simbolo non viola nessun diritto fondamentale, piuttosto riteniamo che esso può offendere solo quanti vogliono, e in questo per noi consiste il laicismo, nonostante si nasconda dietro alibi giuridici, il rispetto delle culture diverse non ci deve portare a dimenticarci della nostra.
Raffaele Chiavola, Segretario Comunale di Gioventù Italiana Ragusa