“Era l’operazione “verità” che ci aspettavamo. In realtà, sarebbe stato auspicabile anche un confronto con i soliti detrattori. L’appuntamento, infatti, era aperto a tutti. Ma nessuno ha voluto dire la propria per mettere in discussione quello che è stato detto. Significa che scrivere dietro una tastiera fa comodo a molti. E lo dico senza venature polemiche. Purtroppo, prendiamo atto che si tratta di un fenomeno, sempre più diffuso, tipico dei nostri tempi. Ognuno può difendere le proprie idee senza screditare l’altro. Non è stato così. Pazienza, una occasione perduta”. Così il presidente dell’associazione politico culturale “Ragusa in Movimento”, Mario Chiavola, a proposito dell’appuntamento sul colonialismo tenutosi ieri e che ha visto come ospite d’onore lo studioso Alberto Alpozzi, giornalista e ricercatore, autore di “Bugie coloniali” e “Il Faro di Mussolini”.
Alpozzi ha presentato il suo lavoro, cercando di far passare il messaggio che la storia recente del Colonialismo italiano in Africa è stata spesso falsata sul piano ideologico. Numerose sono state le argomentazioni mirate a sfatare le “fake news”. Lo storico e giornalista ha spiegato: “Ci tengo a fare storia, per la storia. Il Fascismo è un piccolo capitolo della storia coloniale italiana e spesso registriamo una alterazione e manipolazione della storia che c’è stata, fino ad oggi, in chiave ideologica”. “L’idea di invitare Alpozzi – ancora Chiavola – mi è venuta a luglio seguendo il suo lavoro. Ho pensato subito a lui quando, sui giornali, si è creata la diatriba sul Colonialismo. L’esperto si basa solo su documenti certi e fonti archivistiche, facendo verifiche anche sul campo. Sa ciò di cui parla, insomma. Alla volta delle colonie non partivano solo militari, ma famiglie che volevano fare impresa, generare crescita. Alpozzi ha chiarito perfettamente questo aspetto e altro”.
Condivide la stessa visione Mario Nobile, che del museo dedicato all’impresa italiana in Africa cura la quotidianità. Prima della conferenza, per tutti proprio una visita della struttura di via San Giuseppe che, tra l’altro, ha visto la partecipazione del sindaco Peppe Cassì. “Il numero dei visitatori nei mesi – chiarisce Nobile che ha fatto da cicerone ad Alpozzi – rivela l’interesse, genuinamente storico, dei luoghi. Ovviamente c’è chi non condivide la stessa visione di storia, ma non per questo non ha trovato interessante visitare il museo. Basta leggere i registri”. Insomma, prima la visita al museo e poi la conferenza al Centro servizi culturali sono stati eventi entrambi molto seguiti da chi nutre anche interessi di carattere storico.