Usiamo l’espressione “camerati” perchè “camerata” significa appartenere ad una comunità con la quale si condivide un percorso di formazione e crescita all’interno di un gruppo che, seppur disperso in mille rivoli, si unisce puntualmente nelle necessità. 

Il rito del “Presente!” ai funerali, o nelle ricorrenze dei camerati uccisi dall’avversa fazione politica, non sono altro che un’espressione di unione di questa stessa comunità umana, nel ricordo dei suoi martiri e che rafforza l’identità e la trasmissione ideale fra generazioni.

Nulla di violento infatti è stato fatto a Ragusa nella ricorrenza della morte di Sergio Ramelli avvenuta questa invece in modo atroce e violentissima per mano di militanti di sinistra nel 1975. Allora, come anche adesso, avveniva la caccia ai “camerati” ed era impossibile esprimere liberamente le proprie idee. Unica colpa di Sergio era quella di essere controcorrente e ancora più grave di professare in pubblico il suo pensiero, anche in un tema a scuola nel quale aveva condannato l’assalto avvenuto l’anno precedente nella sede del MSI per opera delle Brigate Rosse nel quale persero la vita due militanti del partito missino padovano Mazzola e Giralucci. Il tema fu sottratto ai professori e appeso dai “compagni” di classe nella bacheca della scuola come capo di accusa di un processo che decretò la morte del giovane militante del Fronte della Gioventù. 

Chi mi conosce sa che non sono razzista, sessista, violento o altro. Ho le mie idee che sono frutto di un percorso politico sempre chiaro e libero da ogni pregiudizio. 

L’imbrattamento delle targhe, avvenuto la notta successiva alla ricorrenza è invece, ancora una volta, azione violenta e provocatoria del ricordo di un ragazzo di appena 19 anni e di tutta la sua comunità. 

Il polverone che la sinistra ha voluto alzare nei giorni scorsi mirava, come sempre in questi decenni, a distogliere l’attenzione dalla mancanza di contenuti e di rapporto umano che questa parte politica ha con chi oggi soffre la crisi dovuta alle tante restrizioni a causa del coronavirus e alle categorie sociali più bistrattate con le quali hanno perso un rapporto ormai da tempo. Unico argomento che hanno per riscuotere consensi è sventolare, ancora oggi, lo spettro del fascismo in assenza di fascismo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *