“Salvini lo ha capito. Ma per sfondare al Sud ha bisogno di gente onesta, come Musumeci – Il berlusconismo? E’ finito dentro Renzi – Mattarella uomo del passato, non della tradizione”

Pietrangelo Buttafuoco da Catania, ma romano d’adozione, 51 anni portati assai bene, giornalista e scrittore (solo nell’ultimo anno ha mandato in libreria con il solito successo il saggio “Buttanissima Sicilia. Dall’autonomia a Crocetta tutta una rovina” e il romanzo “I cinque funerali della Signora Goring”) è stato definito “lo spin doctor” di Matteo Salvini, “l’ispiratore culturale” del segretario della Lega Nord. Ed è dunque tra i più titolati per ragionare sull’attuale momento politico.
Anzitutto Buttafuoco, ti riconosci in queste definizioni ‘salviniane’?
“Mah, non credo che le cose stiano esattamente così. Mi spiego: alcuni anni fa, credo tre, incontrai per la prima volta Salvini in un’occasione pubblica, a Milano, per un convegno sui talebani e l’Islam. Un tema per niente facile, però non mi sembrò il solito millantatore di cui abbondava, e abbonda, lo schieramento di destra e della Lega, compresi certi esaltati da osteria che vanno in tv. Si trattò di un incontro strano, nel senso che trovai gente molto prearata, sia di destra che della Lega. E vennero tante persone , nonostante un convegno organizzato apposta in parallelo da quelli che ora sono confluiti in Fratelli d’Italia”.
E da allora, hai quindi iniziato a seguirli?
“Diciamo che ho scoperto un mondo vitale. Penso ad esempio all’associazione Terra Insubre e all’opera di Andrea Mascetti, che credo conoscano bene anche i lettori dl Giornale d’Italia. Vedo un’ottima proposta culturale, libri discreti, una buona circolazione di idee”.
E tutto questo, che trasposizione trova – se la trova – sul piano politico?
“Credo che politicamente il lavoro da fare sia molto semplice. Perfino banale, nella sua semplicità: tanti italiani di sinistra non hanno una casa, c’è un vuoto da riempire per dar loro questa casa. Parlo degli italiani buggerati da anni di quella mistificazione che aveva per nome Democrazia Cristiana, che diede loro l’illusione di garantire la custodia di certi valori. Poi buggerata da vent’anni di berlusconismo…”.
Un momento: ritieni che il berlusconismo sia finito?
“Nel senso di berlusconismo, di progetto politico, sì, è finito. Silvio Berlusconi, invece, no. Berlusconi a suo tempo chiese a Mario Segni di scendere in politica, questi non fu in grado, e allora lo fece direttamente lui, il cavaliere. Ma ora Berlusconi ha trovato in Matteo Renzi quel Mario Segni…”
Torniamo a ripercorrere gli anni delle grandi illusioni. Dopo il berlusconismo, chi ha buggerato gli italiani non di sinistra?
“Poi è arrivata la destra, quella di Alleanza Nazionale di cui abbiamo appena varcato la soglia del ventennale. Un’altra grande impostura. Detto questo, continuo a pensare che gli italiani, quei milioni che ad esempio ancora leggono Giovannino Guareschi, abbiano il desiderio di ritrovare una vena di fedeltà, una vena di popolo che non si è tradotta finora in una costruzione politica. Tornando a Salvini, noto che ha ereditato un partito ai minimi della vergogna, sopraffatto dagli scandali. Eppure è riuscito a trovare visibilità, proprio perché credo che abbia capito che a tanti italiani manca una casa. Certo, sta già incontrando molte difficoltà e ostracismi, ma è qui che deve essere bravo. Ricordo che An è stata rovinata da un certo unanimismo nei confronti di Fini. E sono arrivati alla casa di Montecarlo. Ha però bisogno di un blocco sociale di riferimento forte, senza clientele, non immerso nel parastato”.
Ma allora così, e scusa se lo dico a un meridionale, potrebbe non farcela a sfondare al sud…
“Ecco, nel sud Salvini deve stare attento. Per questo, da osservatore, mi permetto di suggerirgli di fare un ticket con Nello Musumeci. Perché c’è bisogno di pulizia morale, di un’efficace azione politica, di un linguaggio adatto per sintonizzarsi su quello della gente. Ma se invece dovesse farlo con anonimi personaggi, allora non va da nessuna parte”.
E a Roma, spogliata dalla pessima amministrazione Marino, come e se questo discorso della ‘casa’ potrebbe trovare applicazione?
“Posso dirlo anche se parlo al giornale che dirige? Io vedo Francesco Storace come personaggio politicamente attrezzato. E’ stato infangato e poi assolto da ogni cosa. Adesso è l’unico che potrebbe spiegare ai romani di cosa ha bisogno la città di Roma. Va contrapposto un progetto serio alla catastrofe politica e culturale della pantomima di destra di Alemanno”.
Due battute finali: il patto del Nazareno è morto oppure no?
“Quel patto si risolve tutto in un solo passaggio: Matteo Renzi è l’erede di Silvio Berlusconi. Con tutte le conseguenze che ne derivano. Compresa quella di farsi fregare”.
E del presidente Mattarella, cosa ne pensi?
“Ho sempre avuto un grande rispetto per tutto ciò che è remoto e radicato. Però Mattarella è uomo del passato, non della tradizione”.
itraboni@ilgiornaleditalia.org
Igor Traboni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *