Il silenzio è a volte più doloroso di qualsiasi indignazione urlata, di qualunque dichiarazione, di qualunque verità. Il silenzio sulla tragedia delle Foibe, le cavità carsiche nelle quali furono gettati vivi dai partigiani del Maresciallo Tito decine di migliaia di italiani, il silenzio sull’esodo dei nostri trecentocinquantamila connazionali di Istria, di Fiume e della Dalmazia costretti a fuggire dalla ferocia e dalla pulizia etnica. Pagine tristi della nostra storia mai scritte, mai completamente metabolizzate da una Nazione che ha preferito dimenticare. Per anni Azione Giovani, il movimento giovanile di An, ha portato avanti una battaglia contro tutto e contro tutti, contro i libri di storia faziosi, contro l’ignoranza e contro la falsificazione della storia. Nel 2004 il Parlamento italiano ha istituito la “Giornata del Ricordo” che si celebra ogni anno il 10 Febbraio, una giornata che non servirà ad alimentare odi, perchè la storia non è strumento di lotta politica, ma che serva da stimolo ad una riappacificazione nazionale. E’ per questo motivo che, dopo anni di militanza in Azione Giovani, mi sono sentito in dovere di proporre l’intitolazione di una via di Ragusa a Norma Cossetto, una splendida ragazza di 24 anni laureanda in lettere e filosofia presso l’Università di Padova e vittima delle Foibe.
Il 25 settembre 1943 a S. Domenico di Visinada, un gruppo di partigiani irruppe in casa Cossetto razziando ogni cosa ed entrando nelle camere e sparando sopra i letti onde spaventare le persone. Norma inizia così il suo calvario. Nei giorni successivi fu fissata ad un tavolo con alcune corde e violentata da diciassette aguzzini, quindi gettata nuda e ancora viva nella Foiba poco distante. il 10 dicembre 1943 i Vigili del Fuoco di pola recuperarono la sua salma in uno stato pietoso: era caduta supina, nuda, con le braccia legate con il filo di ferro, su un cumulo di altri cadaveri aggrovigliati; aveva ambedue i seni pugnalati ed altre parti del corpo sfregiate.