E’ morto in un incidente stradale Jorg Haider, governatore della Carinzia e leader del partito Bzo, che alle elezioni anticipate per il rinnovo del Consiglio Nazionale (il Parlamento austriaco)ha triplicato i consensi (“Dopo quella di Lazzaro – aveva detto – credo che la mia sia la risurrezione più clamorosa nella storia”), dal 4,11% all’11,5%. Haider era a pochi chilometri da Klagenfurt, quando la sua Volkswagen Phaeton – l’auto più sicura del mondo, secondo alcuni esperti – è uscita di strada, forse per l’alta velocità, si è capovolta, è andata a sbattere contro un pilone di cemento armato. Fine della corsa, a cinquantotto anni. Troppe le ferite al capo e al petto perché i soccorsi, intervenuti poco dopo l’impatto, riuscissero a sottrarlo ad una morte drammaticamente repentina. L’annuncio ufficiale è stato dato dato in conferenza stampa da Stefan Petzner, il braccio destro di Haider: “Per noi è come la fine del mondo”, ha sussurrato tra le lacrime. Solidarietà incondizionata da parte del mondo politico autriaco, il Cancelliere dimissionario, il socialdemocratico Alfred Gusenbauer, si è detto profondamente scosso per quanto accaduto e ha voluto unirsi personalmente al dolore della moglie e delle due figlie. Hans Christian Strache, il leader della Fpö, la formazione nazional-liberale con cui Haider raggiunse il potere e che poi polemicamente abbandonò, ha espresso il suo più sincero cordoglio ad un uomo che per la sua statura intellettuale e politica era riuscito a fare della destra austriaca un interlocutore credibile e affidabile. La scomparsa del leader della destra austriaca lascia un enorme vuoto politico. All’interno del partito, nella sua amata Carinzia, dove governava con il 43% dei consensi, e a livello nazionale. L’Austria sta cercando di trovare una nuova formula di governo, dopo il terremoto elettorale che ha visto un austriaco su tre votare a destra, regalando ad Haider il 10,7 per cento e al suo vecchio partito, la Fpo ora nelle mani di Strache, il 17,5 per cento. I partiti tradizionali, i “rossi” socialdemocratici e i “neri” popolari sono crollati pur mantenendo una flebile maggioranza. Per questo motivo i “rossi” avevano ricevuto l’incarico di formare un esecutivo, ma la strada era tutta in salita. “Io – aveva spiegato – vedo due soluzioni: un governo in cui entrino i popolari, noi e la destra radicale di Strache”. “Oppure un’altra coalizione con i socialisti, i verdi e il sottoscritto”. Destra radicale? Haider era di destra, però aveva temprato i rigurgiti xenofobi degli anni Novanta, quando aveva raggiunto la stratosferica percentuale del 27 per cento: «Nel partito liberale, la Fpo, c’era chi voleva chiudere gli immigrati nei vagoni ferroviari e rispedirli in patria. Per questo nel 2005 ho fondato la Bzo, L’Alleanza per il futuro austriaco, e ho rotto con gli estremismi». Contrastava l’immigrazione clandestina, ma aveva accolto a braccia aperte i turchi che lavoravano e pagavano le tasse: «I loro figli studiano il tedesco e la Carinzia finanzia questo programma di istruzione». In realtà aveva aperto le porte a un nuovo modo di fare destra, molto più dinamico. Molto meno ingessato. Un nuovo modo di essere destra che non parla al popolo e non alle élites del politicamente corretto. Così lo hanno ricordato la Destra e la Lega Nord. Come ha affermato Francesco Storace: “Noi, più semplicemente, crediamo che Haider abbia interpretato la voglia di una parte del suo popolo di ribellarsi al pensiero unico, di riappropriarsi di un’etica che proprio nei giorni della crisi finanziaria mondiale torna alla ribalta come necessità di riscatto morale”. Mentre il capodelegazione della Lega Nord al Parlamento Ue, Mario Borghezio, ha ricordato che Haider è stato “Un grande europeo, uno stenuo difensore dell’Europa dei popoli dalle mire centraliste di Bruxelles. Un grande risvegliatore di popoli, come Bossi, un sincero amico della Padania, ingiustamente calunniato dai servi sciocchi del politicamente corretto e dell’ìntirazzismo ipocrita “.leader di una comunità politica forte del consenso elettorale di un popolo, quello austriaco, che voleva ribellarsi al pensiero unico dell’Europa dei mercanti, un’Europa che ha smarrito ogni etica come dimostra anche la crisi finanziaria di questi ultimi giorni. Haider, andandosene, ha lasciato il suo partito senza aver coltivato successori. Petzner, il suo braccio destro e amico, non ha il suo carisma. L’ex ministro della Difesa, Herbert Scheibner, è un altro candidato, ma sarà dura raccoglierne l’eredità. Molti cittadini austriaci consideramo misteriosa ed inquietante la morte di Haider. Le opinioni di queste persone sono state raccolte dal quotidiano Der Standard: «Quando ho appreso la notizia ho pensato immediatamente a un attentato», ha dichiarato al giornale viennese l’ingegner K., «Haider è stato ammazzato», ha affermato una studentessa. Una commessa ha spiegato allo Standard che «la strada era perfettamente diritta, con il fondo asciutto e senza la limitazione di 70 kmh. Anche se fosse andato a una velocità doppia, l’incidente non sarebbe accaduto». Comunque, al di là d’ogni analisi politica e ipotesi dietrologiche, ciò che conta è la scomparsa d’uomo politico capace di un ampia visione politica sempre coniugata con un forte realismo; un uomo che (e dev’essere rimarcato proprio in questi giorni in cui emergono tutti i danni della globalizzazione finanziaria) ha sempre difeso l’Europa dei popoli contro l’Europa dei burocrati, dei finanzieri, della dittatura del politicamente corretto; un uomo che amava la propria Nazione, che stava dalla parte della gente comune e che, come tutta la gente comune, guidava , da solo, la macchina verso casa. Ce ne vorrebbero di più di politici così. Altro che i “progressisti” di casa nostra con l’auto blu guidata dall’autista e con la scorta.
Dal blog di Gino Salvi